Venerdi 9 marzo, Michele Bufano, Gianluca Bacchi e Marco Piccioni dell’Associazione Baskin hanno presentato il “modello baskin” di integrazione sportiva e sociale, la nascita, gli sviluppi e i risultati raggiunti ad oggi dall’associazione onomima ad una classe di quaranta studenti dell’ultimo anno della Laurea Triennale in Scienze del Servizio Sociale di Brescia.
All’interno del corso Metodologia del Servizio sociale III, ai giovani in formazione è proposto annualmente un laboratorio esperienziale all’interno del quale vengono presentate alcune realtà della società civile che, in modo innovativo e generoso, stanno rispondendo con successo a problemi afferenti a diverse aree di bisogno (famiglie fragili, anziani, dipendenze, disabilità, etc.).
L’incontro ha catturato l’attenzione dei presenti soprattutto per le sue enormi potenzialità inclusive del baskin e per il coraggio di aver rimesso in discussione modelli e regole per proporne – in modo costruttivo ed efficace – di nuove.
Non si tratta evidentemente di un discorso limitato allo sport. Questo approccio si rivela utile per ogni ambito, professionale, sociale, giuridico. La storia del baskin costituisce sicuramente uno stimolo a immaginare soluzioni sempre nuove, un invito particolarmente prezioso per i professionisti del lavoro sociale che si trovano oggi a rispondere a questioni complesse e sempre nuove, ma spesso con risorse limitate. Il Baskin ci insegna anche che, grazie al lavoro di rete, possiamo incidere sul mondo e promuoverne un reale cambiamento. Chissà che dopo Cremona “città del baskin” non si arrivi via via fino a trovare nuove regole di gioco per l’intero paese?
Un sincero grazie a Patrizia Cappelletti per l’occasione che ci ha dato di diffondere, ancora una volta, il modello baskin.