di Vincenzo Spadaro – Vice presidente uisp noto Baskin Sicilia
Dopo una settimana riesco a sedermi e a scrivere le emozioni e i pensieri
che hanno attraversato la mia mente durante la “quattro giorni” della
Rassegna Nazionale di Baskin, svoltasi tra Avola, Noto e Rosolini. Ciò che
mi è rimasto più impresso sono gli occhi di tutti i partecipanti, grandi e
piccoli, nel momento in cui la palla entrava a canestro. Sia nel canestro
tradizionale sia in quello laterale.
Già.
Perché “proteggere” un canestro e chi è in grado di tirare solo in quello,
è uno dei valori più grandi del Baskin. Permettere a ogni abilità motoria
di avere la possibilità di essere determinante per il risultato finale.
Non solo.
Inserire delle difficoltà tattiche ai giocatori di basket evoluti in modo
da “costringerli” a pensare il gioco in maniera complessa.
E’ la complessità il valore aggiunto del baskin. Non c’è un solo fronte
d’attacco. Non c’è un solo fronte di difesa. Ma bensì due. La mente deve
riuscire ad attaccare due canestri… e a difenderne altrettanti….
Proprio la complessità è il nocciolo del gioco. Non complessità in quanto
difficoltà di comprensione delle regola, quanto complessità alla Morin,
come ricchezza per l’evoluzione antropologica e sociale dell’essere umano.
E’ un gioco magico, che trasmette mille emozioni, che permette di provare
molteplici sentimenti, fino alla grande emozione della vittoria o della
sconfitta, che è anche una significativa metafora della vita.
Giovedì 11 Ottobre ha avuto inizio la grande avventura: alla Scuola Media
Vittorini di Avola, prima la Conferenza Stampa per la presentazione della
Rassegna, poi il Convegno sul tema “Crescere insieme sulla diversità”.
Subito la prima parte della mattinata segna una conquista per la cospicua
partecipazione dei media, per la grande testimonianza di Salvo Nitto,
atleta paraolimpico pluridecorato. Per la sua emozione nel raccontarci come
ha incontrato il baskin e il prof. Giuseppe Battaglia, per il suo intenso
sguardo che esprime una grande forza tipica di chi è sportivo sia in campo
che nella vita.
Poi il Convegno, guidato da due emozionatissimi professionisti, Antonella
Tavera e Vincenzo Spadaro.
La grande emozione è stata nel notare quanto i ragazzi abbiano seguito, con
occhi curiosi ed interessati, silenziosi ed emozionati ad ascoltare e
comprendere i concetti di “disabilità”, “integrazione”, scoprendo e
rivivendo la “storia del Baskin” a livello nazionale e regionale. Fino a
scoprire di essere privilegiati ad avere una grande realtà come Baskin
Sicilia proprio in casa loro.
La giornata di Venerdì 12 Ottobre può essere definita come la trepidante
attesa: gli abbracci con le squadre che pian piano raggiungevano l’Hotel
Sofia di Noto sono stati calorosissimi. Sembra da subito che la Rassegna
abbia un destino segnato positivamente: tutti gli aerei sono arrivati in
“quasi” orario e i bus hanno accolto gli atleti di Rho, Aosta, Bra,
Cremona, Fano. Su ogni pullman, da subito, ogni accompagnatore siculo ha
cominciato a seminare i semi dell’amicizia con gli atleti e con i colleghi
del Nord.
E la magia ha aleggiato con estrema armonia.
E la magia è proseguita nel tardo pomeriggio quando un acquazzone autunnale
spaventava gli organizzatori della Rassegna, rischiando di far saltare la
serata di apertura “all’aperto” davanti alla bellissima Cattedrale di Noto.
Ma l’incantesimo è avvenuto: le nuvole sono diradate e la serata fresca, di
un dolce autunno, ha accolto, nella più elegante cornice barocca italiana,
tutte le squadre di Baskin. Si sono susseguiti gli interventi,
istituzionali e sportivi, ma l’emozione è emersa in tutte le bellissime
presentazioni video delle compagini italiane e soprattutto dagli interventi
dei vari coach. Uno su tutti l’emozionatissimo Marco Vacarella, avolese
trasferitosi per lavoro in quel di Fano, che con una voce pura e commossa
regala un “Grazie” generale a tutti i convenuti.
Sono stati momenti felici, per gente felice, che si stima semplicemente
perché ha scelto di giocare questo magnifico sport credendoci.
Finalmente è arrivato il momento tanto atteso: Sabato 13 Ottobre. Il giorno
delle partite. Il giorno in cui tutti finalmente hanno potuto mettersi in
gioco veramente, confrontandosi, emozionandosi, osservando chi ha acquisito
più esperienza e chi ha giocato con la forza del cuore. Tutti.
Ho avuto la possibilità di parlare con tutti i coach e gli accompagnatori e
tutti hanno sottolineato la grande efficienza dell’organizzazione. Certo
non è stato facile giocare contemporaneamente su tre campi, dislocati a 20
km di distanza, e far filare tutto liscio. Arbitri, refertisti, atleti,
coach, accompagnatori. Anche gli autisti dei bus erano stupiti di quanto
tutto filasse liscio.
Infatti il “signor Autunno” ci ha voluto mettere per l’ennesima volta alla
prova: nel pomeriggio il diluvio universale si è abbattuto sulla zona
sud-est siracusana. Ma noi avevamo la nostra “Arca di Noè”: il Baskin.
Geniale e divino. Come dice Peppe Battaglia. Come abbiamo imparato a
credere tutti.
So per certo che tutti ricorderanno Benito, con i suoi occhi azzurri e il
suo tiro infallibile; Thomas, con il suo sguardo furbo e la sua voglia di
vincere; i tiri da 3 punti laterali di Sasha; i tiri sullo scadere del
tempo di Vincenzo; tutti gli atleti che hanno regalato grandi emozioni a
tutti i partecipanti e a tutti coloro che, tanti, curiosi, sono venuti a
trovarci per scoprire questo magnifico sport per tutti. Veramente.
Riuscire oggi a trovare uno sport che veramente sia per tutti, praticabile
da tutti, senza se e senza ma, che sia puro e libero da ogni vincolo e da
ogni vizio tipicamente “sportivo”, è veramente un miracolo.
E l’emozione più grande per me? L’abbraccio finale di tutti gli atleti al
termine delle partite e l’abbraccio adrenalinico con Alexy Valet, negli
ultimi 30 secondi della partita under Vittorini Avola – Rho. Questa sono le
emozioni che regala il baskin.
Nella serata del Conviviale di Saluto, tutti hanno trovato un posto a
tavola, la sala dell’Hotel Sofia pullulava di gente, tanti accenti si
mescolavano in un melting pot culturale all’insegna del rispetto reciproco
e della lealtà. Abbiamo regalato la parte migliore della nostra Sicilia: la
nostra proverbiale ospitalità.
E la Domenica il tanto agognato sole ha regalato agli atleti di tutte le
squadre la possibilità di andarsene al mare, il nostro mare tanto amato.
Quando ad Aosta c’erano 6 gradi, gli Aostani del Baskin si facevano il
bagno. Quando Rho era immersa nella nebbia, i Rhodensi al Lido di Noto
erano inondati di sole. Questo è un’altro regalo che la Sicilia ha fatto
agli atleti del Baskin. E poi i saluti, gli abbracci, i pianti, la
commozione di tutti, la voglia di rivedersi, la voglia di giocare insieme,
la voglia di esser-ci: come baskin, come atleti, come sportivi, come
persone.
E continueremo ad esser-ci. Per tutti e per ciascuno.

Se avete voglia di comunicarci le vostre sensazioni ci farebbe molto
piacere, le potremmo, se desiderate pubblicare anche sul nostro blog.